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Installare un neutralizzatore di condensa a valle dei generatori termici è sempre obbligatorio?

Si tratta di una domanda perfettamente lecita, in quanto, soprattutto negli impianti molto piccoli, il volume di liquido ad elevata acidità che viene prodotto è ridotto. Inoltre dovendosi barcamenare tra varie normative e direttive, non sempre è facile capire quale sia il comportamento corretto da seguire. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza sull’argomento.
Prima di addentrarci nelle prescrizioni di legge però, è importante fare un passo indietro e capire da dove origina il problema, spiegando da dove deriva l’acidità della condensa di una caldaia.
Il principale colpevole è la CO2 proveniente dalla combustione. Bruciando, infatti, il combustibile subisce una trasformazione chimica che termina con la produzione, oltre ad altre sostanze, di acqua e anidride carbonica. La prima, sotto forma di vapore, risulta essere molto calda e può quindi essere sfruttata per preriscaldare il fluido termovettore, facendola raffreddare e, conseguentemente, condensare parzialmente Durante questo processo però, parte dell’anidride carbonica, per sua natura molto acida, si “mescola” all’acqua, abbassando il valore di pH di quest’ultima fino a circa 3,5.
Inutile dire che scaricare nella fognatura questo tipo di condensa può causare seri problemi ambientali, oltre che danni alle tubazioni: per questo motivo è sempre necessario neutralizzarla. Attenzione però, perché quest’ultima operazione non implica necessariamente l’installazione di un neutralizzatore.
Come infatti egregiamente spiegato all’interno della UNI 7129:2015 i reflui domestici hanno due particolari caratteristiche: possiedono una notevole basicità ed hanno la capacità di formare nelle condutture un deposito con proprietà tampone rispetto agli acidi. Miscelandoli quindi, nelle giuste quantità, alla condensa di una caldaia, sono in grado di neutralizzare l’acidità di quest’ultima. Resta però da definire quale sia la “giusta quantità”.
Anche in questo caso la norma viene in nostro soccorso spiegandoci che il massimo quantitativo di condensa producibile, per esempio, da un generatore a gas naturale con portata termica 24 kW, è pari a 30,7 l/giorno, da compararsi con una produzione media giornaliera di refluo domestico di circa 180 l/giorno pro-capite. Dai valori appena enunciati si deduce che, mediamente, nelle acque reflue di una abitazione privata sono contenute molte più basi di quelle necessarie per la neutralizzazione dell'acidità delle condense e che quindi è possibile immettere quest’ultima direttamente nella fognatura, miscelandola agli altri scarichi domestici.
Nota bene però, perché non tutte le costruzioni sono adibite ad abitazione, essendo possibile la presenza di uffici e locali commerciali. Se quindi la caldaia viene installata in unità ad uso non abitativo, ma inserite in edifici prevalentemente destinati a questo scopo (ad es. negozi inseriti in condomini), non si rende necessaria l’installazione del neutralizzatore, che invece diventa obbligatoria per lo stesso tipo di unità inserite all’interno di edifici non destinati ad uso abitativo ed il cui numero di utenti sia inferiore a 10 persone.
Per gli impianti di dimensione superiore ai 35 kW la questione è invece regolata dalla norma UNI 11528. Anche se le considerazioni più generali rimangono le stesse, in questi casi ci troviamo in presenza di caldaie più potenti e la cui produzione di condensa acida rischia di essere decisamente maggiore di quella neutralizzabile a mezzo dei reflui domestici. Proprio per questo motivo, per gli impianti di portata termica nominale maggiore di 200 kW è obbligatorio neutralizzare le condense, mentre per gli impianti di portata termica nominale compresi tra 35 kW e 200 kW si rende necessario procedere alla valutazione secondo quanto stabilito dalla norma UNI 11528. Sul documento viene infatti riportata una tabella che semplifica la valutazione per l’installazione del neutralizzatore di condensa, considerandone la necessità in base alla potenza del generatore e al numero di appartamenti o di utenti.
Quindi , indipendentemente dalle dimensioni dell’impianto e dal numero di persone che lo utilizzano, in tutti i casi in cui le condense non vengono scaricate insieme alle acque reflue, è necessaria l'installazione di un neutralizzatore che garantisca il rispetto dei parametri previsti dalla legislazione vigente, riportando i valori di pH intorno al 6.