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Impianto dello scarico delle condense per apparecchi utilizzatori a condensazione

Impianto dello scarico delle condense per apparecchi utilizzatori a condensazione
Oggi parleremo dell’impianto dello scarico delle condense per apparecchi utilizzatori a condensazione, definito dalla norma UNI 7128 (impianti a gas per uso civile – termini e definizioni) come il
  • complesso di tubazioni ed accessori che consentono di scaricare i reflui frutto della condensazione dei prodotti della combustione nell’impianto di smaltimento acque reflue domestiche o in un adeguato sistema di raccolta/trattamento
e partendo da questo presupposto l’immagine a fianco riportata, mostra come non deve essere fatto un sistema di scarico della condensa ovvero un generico secchio/tanica non è un adeguato sistema di raccolta/trattamento della condensa.





Se a ciò si aggiunge quanto citato dalla 7129:2015 – parte 5 (sistemi per lo scarico delle condense) e nello specifico al capitolo 4 (sistema di scarico delle condense), comma 3 (posa in opera), numero uno
  • “la posa in opera il sistema di scarico delle condense deve: essere realizzato avendo l’accortezza di impedire l’utilizzo delle condense prodotte da parte dell'utenza”,
va da se che qualsiasi impianto di scarico della condensa realizzato come nell’immagine, sia esso con secchio o con tanica o con qualsiasi altra tipologia di contenitore similare, non rispetta le prescrizioni alla normativa vigente.
La norma UNI 7129:2015 – parte 5 (sistemi per lo scarico delle condense) al capitolo 4 (sistema di scarico delle condense), comma 1 (generalità), numero uno prescrive che:
  • “lo scarico delle condense deve avvenire nel rispetto della legislazione vigente in materia”
e al successivo numero 2, prescrive che:
  • “gli apparecchi a condensazione devono sempre essere collegati all‘impianto di scarico delle condense”.
Inoltre, lo schema sotto riportato di cui alla rispettiva norma, esemplifica chiaramente come deve essere un sistema di scarico delle condense (apparecchio utilizzatore e sistema evacuazione dei prodotti della combustione).
Legenda
  1. Impianto di smaltimento dei reflui o altro sistema di raccolta/trattamento
  2. Dispositivo “A” (in questo schema è rappresentato dal sifone di un lavandino, ma la norma riporta altre tipologie di dispositivi)
  3. Impianto di scarico delle condense
  4. Sistema di scarico delle condense
  5. Sifone





Ove non si potesse facilmente collegare l’impianto di scarico delle condense al Dispositivo “A”, la tecnologia aiuta essendoci in commercio le cosiddette pompe di rilancio.
Infine, Il Mi.S.E. ha chiarito alcuni aspetti riguardanti “lo scarico delle condense” e nello specifico ha introdotto altre due possibilità:
  • la prima è quella di potere scaricare nei pluviali (acque meteoriche) quando questi siano collegati al condotto delle acque nere (fogna), installando il neutralizzatore di condense in funzione della tipologia con cui è realizzato il pluviale stesso.
  • la seconda è quella di scaricare in pozzetti (contenenti Sali neutralizzanti) per gli scarichi di acque reflue domestiche provenienti da insediamenti e edifici isolati
Di seguito la circolare ministeriale.
“Il Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione Generale per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche, in risposta ad una serie di quesiti ha chiarito alcuni aspetti poco comprensibili della norma UNI 7129:2015 (parte 5) relativi allo scarico delle condense, semplificando non poco l’attività delle imprese di installazione, consentendo nuove modalità di scarico delle condense e dando certezze legislative agli operatori del settore.
Innanzitutto, il MISE ha definito “acque reflue domestiche” le acque di condensa delle caldaie a condensazione ad uso domestico sia da sole, che in miscela con “le acque fecali derivanti dal metabolismo umano” chiarendo pertanto che lo scarico della sola condensa costituisce uno scarico di acque reflue domestiche, mentre lo scarico del miscuglio di condensa ed acque meteoriche viene definito come uno scarico di acque reflue urbane.
In merito agli scarichi di acque reflue domestiche in reti fognarie il MISE ha specificato che sono sempre ammessi (articolo 107, comma 2, DLGS 152/2006) “purché osservino i regolamenti emessi dal gestore del servizio idrico integrato ed approvati dal rispettivo Ente di governo dell’ambito”.
Questi regolamenti potranno contenere la prescrizione che “laddove la fognatura sia di tipo “separato”, tutte le acque reflue domestiche siano convogliate con apposite tubazioni esclusivamente al collettore della rete “nera” con il divieto di effettuare qualsiasi immissione in altri collettori”.
Si tratta di una notevole semplificazione in quanto viene acclarato che la condensa non aggiunge particolari ed ulteriori criticità ai reflui.
Inoltre, quando per “scarico in pozzetti interrati, circondati da materiali neutralizzanti” si fa riferimento ad uno scarico negli strati superficiali del sottosuolo, si applica quanto prescritto dall’art. 103 del già citato DLGS 152/2006 che prevede generalmente il divieto di scarico. La deroga a questo divieto (comma 1, lett. a) dell’art. 103) comunque “consente gli scarichi sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo (…) per gli scarichi di acque reflue domestiche provenienti da insediamenti ed edifici isolati”.
Il fatto di aver assimilato lo scarico nel pozzetto interrato allo scarico per i reflui domestici fornisce alle imprese installatrici una ulteriore soluzione al problema.
Infine, il MISE chiarisce che per definire i valori limite di emissione degli scarichi (v. art. 101, comma 3) il punto di riferimento del campionamento va posizionato “immediatamente a monte della immissione dello scarico nel recapito, qualunque esso sia”, intendendo con questo acque, fognature, suolo e sottosuolo. Ciò significa che i valori di emissione degli scarichi previsti dal DLGS 152/2006 non devono essere misurati all’uscita dell’impianto domestico, ma all’uscita del collettore.”

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